martedì 29 settembre 2009

Buon Compleanno Presidente!

giovedì 24 settembre 2009

Silvio Berlusconi nobel per la pace 2010.

Perchè Silvio Berlusconi?
"Un uomo che ha saputo coniugare, con la sua vita, le sue opere ed azioni, il pensiero liberale di Milton Friedman, l´umanesimo economico di Wilhelm Röepke, l´aspirazione di Muhammad Yunus a creare un sistema capitalista inclusivo e non esclusivo".
A cura di:
Giammario Battaglia
Promotore del Comitato della Libertà per il Premio Nobel della Pace a SIlvio Berlusconi
Nato a Milano, il 29 settembre del 1936, nel 1962 inizia la sua attività di imprenditore nel settore edile. Diventa il primo operatore italiano nella realizzazione di centri residenziali e centri commerciali (Milano 2, Milano 3, il Girasole). Nel 1980 fonda Canale 5, la prima rete televisiva nazionale, a cui si aggiungono Italia 1 (1982) e Rete 4 (1984). Grazie al successo ottenuto in Italia diffonde la televisione commerciale in Europa: in Francia con La Cinq (1986), in Germania con Telefünf (1987), in Spagna con Telecinco (1989).
Nel 1992, scoppia il caso giudiziario di Tangentopoli ed un’intera classe politica viene azzerata.
Poichè il Paese rischiava di finire nelle mani delle Sinistre, che prospettavano un futuro illiberale e di povertà, il 26 gennaio 1994, Silvio Berlusconi prende la decisione di abbandonare la sua attività imprenditoriale, per dedicarsi interamente alla politica e per contrastare la possibile dittatura silenziosa della gioiosa macchina da guerra, messa in campo da Achille Occhetto, ex segretario del Partito Comunista Italiano, poi PDS.
Fonda Forza Italia e si afferma alle elezioni politiche nel 1994 e nel 2001, diventa Capo del Governo, ma non riesce a realizzare compiutamente il suo programma elettorale di rinnovamento dell’Italia, a causa dell’opposizione di alcune forze politiche della sua stessa maggioranza, troppo legate a logiche di partito.
Il 10 aprile 2006 perde, per pochi voti contestati, le elezioni, ma, il 2 dicembre 2006 più di un milione di italiani riuniti in Roma gli chiedono un atto di coraggio e di liberarsi dall’abbraccio mortale di alcuni dirigenti politici incapaci di lavorare per un’Italia migliore, e, soprattutto del Governo Prodi, incapace, quest’ultimo di risolvere qualsiasi problema, e che aveva portato il prestigio italiano all’estero ai minimi storici.
L’immagine dell’Italia nelle tv di tutto il mondo era, infatti, quella di Napoli sommersa dai rifiuti.
Il 18 novembre 2007 in Piazza San Babila a Milano annuncia di voler costituire un nuovo partito, al fine di riunire tutti i moderati ed il 14 aprile 2008, dopo la caduta del Governo Prodi, viene rieletto in Parlamento e nominato Capo di Governo.
In soli 100 giorni risolve il problema dei rifiuti a Napoli ed il 29 marzo 2009 fonda il Popolo della Libertà.
L’Italia, che per copa delle Sinistre, si era mostrata per ben due anni, dal 2006 al 2008, subalterna in Europa, ondivaga nella politica in Medio Oriente, incerta nei confronti delle minacce del terrorismo internazionale, nei rapporti con gli Stati Uniti e con la Nato, titubante nel mantenere gli impegni presi, grazie a Silvio Berlusconi riacquistava la fiducia internazionale ed il ruolo che le spettava come Paese fondatore dell’Unione Europea.
Silvio Berlusconi ha rinsaldato il legame con gli Stati Uniti, ha mediato nella crisi in Georgia dell’agosto 2008, e tra USA e Libia, ha svolto, inoltre, un ruolo riconosciuto e autorevole per giungere a una pace duratura tra Israele e Palestinesi, ha ricreato tra Stati Uniti e Federazione Russa lo stesso clima di dialogo e di amicizia che era sfociato nel vertice di Pratica di Mare del 2003, e che pose definitivamente fine alla Guerra Fredda.
CRISI RUSSIA-GEORGIA: LA MEDIAZIONE DI SILVIO BERLUSCONI
«Mai avremmo ottenuto un accordo tra georgiani e russi se Berlusconi non avesse fatto valere i suoi antichi legami di amicizia e fiducia con Vladimir Putin » (Nicholas Sarkozy, 24 febbraio 2009).
«Con Berlusconi ci siamo sentiti per mettere fine alla guerra. Mi piace. Ha dato prova di essere una persona intelligente, capace di muoversi con efficacia a livello diplomatico» (Mikhail Saakashvili, 19 maggio 2009).
Nei giorni più difficili della crisi il presidente Berlusconi ha messo in campo i suoi buoni rapporti con Vladimir Putin per fermare la guerra in Georgia e impedire lo scontro in campo aperto tra i due eserciti. Successivamente, il premier si è adoperato per fare in modo di giungere a una soluzione equilibrata della questione, assicurando il forte contributo dell’Italia all’azione condotta da Nicholas Sarkozy, presidente di turno dell’Unione Europea. Il Consiglio europeo straordinario tenutosi il primo settembre a Bruxelles, ha fatto propria la linea del “buon senso” fortemente auspicata dall’Italia. Da un lato l’Europa ha stigmatizzato il comportamento russo nel Caucaso e ha confermato la richiesta alla Russia di completare il ritiro delle sue truppe dalle zone occupate come condizione per negoziare accordi commerciali con Mosca; dall’altro lato non si sono imposte sanzioni e non si è interrotto il dialogo con la Russia, partner strategico irrinunciabile per la stabilità del mondo. L’Europa non può permettersi di considerare quello di Mosca un governo ostile, perchè senza la Russia non è possibile affrontare le delicatissime situazioni in Iran, Afghanistan e nel Medio Oriente. Se la crisi in Georgia non fosse stata risolta positivamente e si fosse ripiombati in un clima da nuova guerra fredda, sarebbe stata una catastrofe.
SILVIO BERLUSCONI E LE MISSIONI ITALIANE DI PACE
Silvio Berlusconi, consapevole dei doveri propri di una grande democrazia, ha sempre sostenuto, contro il parere contrario delle Sinistre, l’invio dei nostri militari nei territori di guerra, al fine di impegnarli in missioni di pace e di contrasto al terrorismo internazionale.
I militari italiani infatti sono apprezzati, ascoltati e richiesti, per le loro capacità e per i risultati ottenuti sul campo. In tutti i contesti in cui sono impiegati, le donne e gli uomini dei nostri contingenti si fanno apprezzare per il loro coraggio, la loro preparazione, la loro umanità, la loro capacità di entrare in relazione con le popolazioni civili che sono chiamati a proteggere.
SILVIO BERLUSCONI ED IL TRATTATO CON LA LIBIA
Silvio Berlusconi non solo è stato l’artefice delle positiva mediazione tra USA e Libia e della ripresa dei rapporti diplomatici tra i due Stati, ma è stato il protagonista della storica firma del trattato di amicizia e di cooperazione con la Libia.
Il trattato ha chiuso la questione del riconoscimento dei danni morali e materiali per il tempo in cui la Libia è stata una colonia italiana (1911-1945).
L’Italia, grazie a Silvio Berlusconi, è il primo Paese che nel rapporto con una ex-colonia ha riconosciuto le proprie responsabilità con atti concreti.
Muammar Gheddafi nella conferenza stampa del 10 giugno 2009 a Villa Madama ha dichiarato: “Un'era si è chiusa e ne è iniziata una nuova”. “I governi precedenti - ha detto Gheddafi - hanno fallito. Con loro non siamo riusciti. Quella di Berlusconi è stata una decisione storica coraggiosa, nel chiederci scusa per il colonialismo".
"Berlusconi è un uomo di ferro che ha preso una decisione storica".
"Riconoscere" la sofferenza creata, ha continuato Gheddafi, ha avuto il valore di "un simbolo di condanna … del dolore arrecato al nostro popolo”.
Ha poi concluso Gheddafi: “l'Italia è l'unico tra gli Stati coloniali a cui non possiamo rimproverare nulla, perché si è purificato da politiche imperialiste”.
NOMINA RASMUSSEN SEGRETARIO GENERALE NATO
Grazie ai buoni rapporti creati in questi anni, in questo caso soprattutto con la Turchia, e grazie alla ottima considerazione internazionale conquistata con il buon governo, Silvio Berlusconi ha anche avuto un ruolo decisivo nella nomina di Anders Fogh Rasmussen a segretario generale della Nato. Nella conferenza stampa finale del vertice Ue-Usa, il premier ha spiegato: "Tutti oggi mi sono stati grati e mi hanno ringraziato per il lavoro fatto con Erdogan. Senza il nostro intervento - ha sottolineato - non ci sarebbe stata la possibilità di arrivare alla nomina del nuovo segretario generale, e questo sarebbe stato un fatto gravissimo".Infatti il premier italiano ha avuto una lunga conversazione con Erdogan durante la fase negoziale per la nomina del nuovo segretario. La Turchia era l'unico Paese della Nato che si opponeva all'elezione di Rasmussen.

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venerdì 11 settembre 2009

Disinformazione: Le falsità dei media

Non è forse giusto pensare che il nostro sia un Paese povero: per la capacità dei suoi abitanti, per la grandezza della sua storia, per lo splendore della sua arte e le sue bellezze naturali e per la laboriosità dei più....Ma in quel "Povera Italia" dedicato dal premier a suggello dei giornali che descrivono un Paese che non esiste e commentano con sussiego una visione della realtà politica e sociale troppo spesso distorta, c'era insieme una punta di amarezza e disgusto, di rassegnazione e di rabbia! E' una vecchia storia, trita e ritrita che si ripete durante la stagione del governo Berlusconi, della nascita del Popolo della Libertà e soprattutto –l'occasione non è affatto casuale – quando l'opposizione è ai minimi termini in uno stato di confusionale debolezza che ne mina l'iniziativa e la leadership. Sono queste le stagioni in cui la mosca cocchiera di certa stampa agisce indisturbata e dipinge ai pochi italiani che la leggono una immagine stravolta. Ecco che lo scandalo usato come arma politica per mesi dalla Repubblica trova negli editorialisti compiacenti di quotidiani e settimanali non necessariamente di sinistra, la massima enfasi. E anche il diretto concorrente del quotidiano di De Benedetti, il grande giornale della democrazia liberale e di quella che fu la Capitale morale d'Italia, spesso subisce la linea di Scalfari e dei suoi eredi con lo stesso stile che costituì l'etichetta e la condanna di Veltroni: "Sì, ma anche". Prendiamo ad esempio l'ultimo articolo di fondo di uno storico di vaglia come il professor Galli della Loggia: deve, e forse vuole, difendere una libertà di stampa che il premier, il governo e il Pdl si guardano bene dall'attaccare salvo per chi grida all'attacco perché ha una robusta coda di paglia. E così usa molte righe di inchiostro per dirci che Berlusconi ha sbagliato a querelare i due giornali che hanno provato e provano a massacrarlo...naturalmente nell'immagine e in che cos'altro? Salvo, in conclusione, accorgersi che la difesa astratta della libertà di stampa è inutile, soprattutto se l'attacco è inventato da quei giornali, anzi da quel giornale (La Repubblica) che usa la clava dell'aggressione personale per cercare di far dimettere un Presidente del Consiglio e di far cadere un governo e una maggioranza che hanno il pieno consenso dei cittadini. Si dirà che è meglio il ravvedimento finale che nulla, ma non si capisce perché uno storico di vaglia non abbia il coraggio di cominciare l'editoriale dalla notizia, senza arrivare a metterla in fondo al pezzo!
Un discorso a sé stante meriterebbero alcuni giornali cosiddetti indipendenti, se non addirittura fiancheggiatori. E' proprio vero che spesso i peggiori nemici non sono affatto coloro che hanno un'opinione diversa dalla nostra, quanto coloro che concordano con noi ma che, per motivi diversi, per prudenza o prepotenza o viltà non sono in grado di professarsi di quella opinione. Ecco perché, in un attimo più di denuncia che di scoramento, quel "Povera Italia" ha il senso di un richiamo e invoca l'impegno di una sana reazione. (Forzasilvio.it)
E' oltremodo chiarissimo che la sinistra, avendo perso la speranza di tornare al governo, ha imbastito trappole, gossip vergognoso, agguati di fotografi appostati da anni a villa certosa e altre meschinerie, solo per uno scopo ben preciso.CERCARE DI IMPEDIRE CHE SILVIO BERLUSCONI POSSA APIRARE AL QUIRINALE. Silvio tieni duro.SILVIO FOR PRESIDENT subito!!!