Non è forse giusto pensare che il nostro sia un Paese povero: per la capacità dei suoi abitanti, per la grandezza della sua storia, per lo splendore della sua arte e le sue bellezze naturali e per la laboriosità dei più....Ma in quel "Povera Italia" dedicato dal premier a suggello dei giornali che descrivono un Paese che non esiste e commentano con sussiego una visione della realtà politica e sociale troppo spesso distorta, c'era insieme una punta di amarezza e disgusto, di rassegnazione e di rabbia! E' una vecchia storia, trita e ritrita che si ripete durante la stagione del governo Berlusconi, della nascita del Popolo della Libertà e soprattutto –l'occasione non è affatto casuale – quando l'opposizione è ai minimi termini in uno stato di confusionale debolezza che ne mina l'iniziativa e la leadership. Sono queste le stagioni in cui la mosca cocchiera di certa stampa agisce indisturbata e dipinge ai pochi italiani che la leggono una immagine stravolta. Ecco che lo scandalo usato come arma politica per mesi dalla Repubblica trova negli editorialisti compiacenti di quotidiani e settimanali non necessariamente di sinistra, la massima enfasi. E anche il diretto concorrente del quotidiano di De Benedetti, il grande giornale della democrazia liberale e di quella che fu la Capitale morale d'Italia, spesso subisce la linea di Scalfari e dei suoi eredi con lo stesso stile che costituì l'etichetta e la condanna di Veltroni: "Sì, ma anche". Prendiamo ad esempio l'ultimo articolo di fondo di uno storico di vaglia come il professor Galli della Loggia: deve, e forse vuole, difendere una libertà di stampa che il premier, il governo e il Pdl si guardano bene dall'attaccare salvo per chi grida all'attacco perché ha una robusta coda di paglia. E così usa molte righe di inchiostro per dirci che Berlusconi ha sbagliato a querelare i due giornali che hanno provato e provano a massacrarlo...naturalmente nell'immagine e in che cos'altro? Salvo, in conclusione, accorgersi che la difesa astratta della libertà di stampa è inutile, soprattutto se l'attacco è inventato da quei giornali, anzi da quel giornale (La Repubblica) che usa la clava dell'aggressione personale per cercare di far dimettere un Presidente del Consiglio e di far cadere un governo e una maggioranza che hanno il pieno consenso dei cittadini. Si dirà che è meglio il ravvedimento finale che nulla, ma non si capisce perché uno storico di vaglia non abbia il coraggio di cominciare l'editoriale dalla notizia, senza arrivare a metterla in fondo al pezzo!
Un discorso a sé stante meriterebbero alcuni giornali cosiddetti indipendenti, se non addirittura fiancheggiatori. E' proprio vero che spesso i peggiori nemici non sono affatto coloro che hanno un'opinione diversa dalla nostra, quanto coloro che concordano con noi ma che, per motivi diversi, per prudenza o prepotenza o viltà non sono in grado di professarsi di quella opinione. Ecco perché, in un attimo più di denuncia che di scoramento, quel "Povera Italia" ha il senso di un richiamo e invoca l'impegno di una sana reazione. (Forzasilvio.it)
Un discorso a sé stante meriterebbero alcuni giornali cosiddetti indipendenti, se non addirittura fiancheggiatori. E' proprio vero che spesso i peggiori nemici non sono affatto coloro che hanno un'opinione diversa dalla nostra, quanto coloro che concordano con noi ma che, per motivi diversi, per prudenza o prepotenza o viltà non sono in grado di professarsi di quella opinione. Ecco perché, in un attimo più di denuncia che di scoramento, quel "Povera Italia" ha il senso di un richiamo e invoca l'impegno di una sana reazione. (Forzasilvio.it)
E' oltremodo chiarissimo che la sinistra, avendo perso la speranza di tornare al governo, ha imbastito trappole, gossip vergognoso, agguati di fotografi appostati da anni a villa certosa e altre meschinerie, solo per uno scopo ben preciso.CERCARE DI IMPEDIRE CHE SILVIO BERLUSCONI POSSA APIRARE AL QUIRINALE. Silvio tieni duro.SILVIO FOR PRESIDENT subito!!!
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