Ma cosa farà adesso il povero Franceschini, dopo l’esito disastroso per il Partito Democratico della sfida del 25 aprile?
L’imbarazzo sulle prossime mosse del neo-leader della sinistra è stato confermato nella puntata di ieri sera di Porta a Porta in cui Franceschini non ha saputo indicare una strategia per il futuro. Mancanza di strategia e mancanza di risposte agli stessi elettori del centrosinistra: sono questi i due punti deboli del Pd a poco più di un mese dalle elezioni europee e da una serie di scadenze amministrative molto importanti.
L’effetto ciclone di Berlusconi su queste elezioni era già un dato di fatto. Ora si aggiunge l’insipienza della nuova guida di sinistra. La disponibilità al confronto da parte del Popolo della Libertà e soprattutto una serie di iniziative concrete hanno tolto ogni elemento di possibile polemica dalle mani di Franceschini e soci. Tanto che già l’ala che fa capo a D’Alema è partita all’attacco e quelle di Rutelli e Marini si preparano ad un rovesciamento della cosiddetta leadership. Certo, non è facile rispondere in maniera concreta ad iniziative concrete: ma la semplice proposizione di idee già superate e che comunque costano all’erario cifre non sopportabili in questo momento di difficoltà economica, non aiuta la sinistra a uscire dal vicolo cieco in cui si è cacciata. Il tentativo di prendersi il merito democratico del 25 aprile è fallito e con esso è fallita anche la politica dell’antiberlusconismo: chi avrà ora il coraggio di attaccare sulle piazze un Berlusconi che ricerca l’unità nazionale e l’accordo con i suoi avversari?
In realtà, le parole pronunciate da Fassino in occasione della scomparsa dei democratici di sinistra quel famoso “non dobbiamo più considerarci nemici, ma avversari”, è rimasto come enunciazione alla sinistra ma è stato applicato in concreto dal centrodestra. Privi ormai di armi dialettiche, gli uomini della sinistra vagano da un comizio all’altro, da una piazza televisiva all’altra, ripetendo sempre le stesse lamentele ma in tono minore: è la conferma di una sinistra ormai allo sbando, di una sinistra in cerca della identità perduta. A questo punto, occorre assolutamente non dividersi su nessun punto: la mancanza di idee della sinistra, deve essere supportata da iniziative continue, concrete e unitarie del nostro governo e della nostra maggioranza.
L’imbarazzo sulle prossime mosse del neo-leader della sinistra è stato confermato nella puntata di ieri sera di Porta a Porta in cui Franceschini non ha saputo indicare una strategia per il futuro. Mancanza di strategia e mancanza di risposte agli stessi elettori del centrosinistra: sono questi i due punti deboli del Pd a poco più di un mese dalle elezioni europee e da una serie di scadenze amministrative molto importanti.
L’effetto ciclone di Berlusconi su queste elezioni era già un dato di fatto. Ora si aggiunge l’insipienza della nuova guida di sinistra. La disponibilità al confronto da parte del Popolo della Libertà e soprattutto una serie di iniziative concrete hanno tolto ogni elemento di possibile polemica dalle mani di Franceschini e soci. Tanto che già l’ala che fa capo a D’Alema è partita all’attacco e quelle di Rutelli e Marini si preparano ad un rovesciamento della cosiddetta leadership. Certo, non è facile rispondere in maniera concreta ad iniziative concrete: ma la semplice proposizione di idee già superate e che comunque costano all’erario cifre non sopportabili in questo momento di difficoltà economica, non aiuta la sinistra a uscire dal vicolo cieco in cui si è cacciata. Il tentativo di prendersi il merito democratico del 25 aprile è fallito e con esso è fallita anche la politica dell’antiberlusconismo: chi avrà ora il coraggio di attaccare sulle piazze un Berlusconi che ricerca l’unità nazionale e l’accordo con i suoi avversari?
In realtà, le parole pronunciate da Fassino in occasione della scomparsa dei democratici di sinistra quel famoso “non dobbiamo più considerarci nemici, ma avversari”, è rimasto come enunciazione alla sinistra ma è stato applicato in concreto dal centrodestra. Privi ormai di armi dialettiche, gli uomini della sinistra vagano da un comizio all’altro, da una piazza televisiva all’altra, ripetendo sempre le stesse lamentele ma in tono minore: è la conferma di una sinistra ormai allo sbando, di una sinistra in cerca della identità perduta. A questo punto, occorre assolutamente non dividersi su nessun punto: la mancanza di idee della sinistra, deve essere supportata da iniziative continue, concrete e unitarie del nostro governo e della nostra maggioranza.
Fonte: www.governoberlusconi.it
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